Siamo veramente tutti informati e coscienti sui prossimi ulteriori rincari dei prezzi dell’energia che troveremo in bolletta nell’ultimo trimestre 2022 e in avanti e sappiamo veramente come ridurne il peso?
Presi dal rumore di fondo del pre-elettorale, molti non sono informati o non hanno ancora compreso che gli aumenti dei prezzo del gas e, di conseguenza dell’energia elettrica, avranno un impatto notevolissimo sui consumatori domestici e sulle imprese già dal 1° ottobre.
Un impatto che di recente l’ARERA (l’Autorità per l’Energia) ha stimato in un +100% rispetto all’attuale costo in bolletta. Con il GAS domestico siamo ormai a 2 euro a metro cubo! E oggi ogni famiglia per il gas spende il 70-80% in più di un anno fa (stima di circa 1.700-1.800 € all’anno per consumi tipo).

Come si vede dal grafico l’impennata del prezzo del gas sulla borsa di Amsterdam è evidente: abbiamo superato di nuovo il massimo storico abbondantemente sopra i 200€ (ad oggi 11 agosto siamo a 207,34). Si tratta di prezzi pari a 10 volte quelli medi degli ultimi cinque anni.
Con questi prezzi “pur in presenza dei previsti interventi da parte del Governo a riduzione di tali variazioni, non si potrebbero evitare variazioni dei costi che mai si sono verificate. Tali costi risulterebbero difficilmente sostenibili per tutti i consumatori, non solo domestici, con potenziali ripercussioni sulla tenuta dell’intera filiera”, ha avvertito ARERA.
Il prezzo unico nazionale (PUN), che determina il prezzo del kWh che paghiamo in bolletta, in media negli scorsi anni non si discostava dai 60 €/MWh, cioè 6 cent€/kWh (nel 2019 era di 52,32 € e nel 2020 di 38,92 €). Ma nel 2021, soprattutto per i rialzi degli ultimi mesi dell’anno, è arrivato a 125,46 €/MWh (media annuale PUN).
Oggi la media annuale del PUN è intorno ai 303 €/MWh (+7 volte la media del 2020 e circa +2,5 volte del 2021), con picchi recenti di 538 €/MWh (4 agosto) e una media di 490€ per il mese di agosto.

Le motivazioni di questi rialzi sono diverse, a partire dalla decisione delle Germania di non omologare il Gasdotto Nord Stream 2, alla guerra in Ucraina, la speculazione sui prezzi e non per ultimo, il recente stop di alcune centrali Nucleari in Francia.
In Italia il PUN è tra i più elevati dei paesi dell’Europa occidentale, anche a causa di un ritardo endemico e quasi decennale nelle strategie energetiche per la diffusione di rinnovabili, efficienza e risparmio.
Per capire come poterti difendere da questo tsunami energetico scrivi a: info@consulenzeenergetiche.eu
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